Cosa fare in caso di decesso di un familiare
La morte di una persona cara viene spesso vissuta come un fatto privato, che non riguarda altri se non se stessi e le altre persone che erano legate al defunto. Non è però così. La morte di una persona è anche un fatto pubblico, che richiede passi ben precisi per la sua denuncia.
Se la persona cara viene a mancare mentre si trova in un ospedale o in una casa di cura sarà il personale della stessa struttura a provvedere alle pratiche medico-legali necessarie. Ma se il decesso avviene in casa?
In questo caso per prima cosa occorre avvisare il medico curante, il quale deve accertare le cause della morte e compilare il certificato Istat. Attenzione, il medico curante (o in sua assenza un medico di base della Asl) è il solo medico che può eseguire questa operazione. Successivamente occorre chiamare anche il medico necroscopo incaricato dalla Asl competente che, tra la quindicesima e la trentesima ora dal decesso, procederà all’accertamento della morte e a redigere apposito certificato.
Con i due certificati bisogna poi recarsi in Comune per denunciare la morte del proprio caro all'Ufficiale di stato civile.
A questo punto si può organizzare il funerale, che deve essere realizzato non prima delle 24 ore dal decesso. Il funerale può essere laico o religioso, nel rispetto della volontà del defunto.
Bisogna tenere presente che è necessario richiedere il permesso per il trasporto della salma e per la sepoltura. Di tali pratiche di solito si occupa l'agenzia funebre alla quale ci si è rivolti per l'organizzazione del funerale. È bene sapere che in Italia esistono tre possibilità di sepoltura: l'inumazione ovvero la sistemazione del feretro sottoterra, la tumulazione ovvero al sepoltura in un loculo o in una tomba privata e la cremazione ovvero il procedimento attraverso il quale la salma viene ridotta in ceneri che sono conservate in appostire urne e sistemate in aree private. Per la cremazione è necessario chiedere l'autorizzazione agli uffici comunali.